Lavoro e sto per diventare mamma

Articolo scritto in data 12 febbraio 2019

Conoscere i propri diritti in caso di gravidanza

La Svizzera, nel tempo, ha dimostrato un'attenzione sempre più alta verso le donne lavoratrici, non solo perchè potrebbero già aspettare un bambino, ma perchè potrebbero diventare madri in un prossimo futuro.
Mentre da una parte la legge federale sulla parità dei sessi (Lpar, art.1 e segg.) promuove la tutela dei diritti delle donne sancendo con l'art. 3 il divieto di discriminazione:" segnatamente con riferimento allo stato civile, alla situazione familiare, e a una gravidanza", dall'altra parte si impone al datore di lavoro di adottare misure aziendali congrue per tutelare le future madri

In breve cosa prevede la legge per la tutela delle future madri

Fermo restando che la legge non indica un periodo entro cui comunicare la propria gravidanza al datore di lavoro, è comunque fortemente consigliato avvisarlo il prima possibile. Diventa obbligatorio avvertire immediatamente il proprio datore di lavoro qualora si svolgano lavori particolarmente pesanti o potenzialmente pericolosi per la salute propria e del proprio bambino o, semplicemente, quando non si riesca più a svolgere i propri compiti come d'abitudine.

A tutela della salute, è fatto abbligo al datore di lavoro di far redigere a un professionista competente in materia un documento di valutazione del rischio e d'informazione dei pericoli da sottoporre alle future potenziali madri, qualora queste siano impiegate in settori lavorativi particolarmente gravosi e pericolosi (per es. presenza di rumori eccessivi, temperature troppo elevate o troppo basse, sollevamento carichi manuale, materiali tossici, irradiazioni, etc.).

In sintesi tale documento deve necessariamente contenere:

  • segnalazione di eventuali pericoli per la futura madre;
  • misure adottate per evitare i rischi;
  • lista di lavori vietati durante la gravidanza e la maternità

Misure contro il licenziamento e a tutela della salute

Il Codice delle Obbligazioni svizzero prevede la protezione dal licenziamento delle donne incinte. É espressamente previsto che una donna incinta non possa essere licenziata per tutto il periodo della gravidanza  e nelle successive 16 settimane dopo il parto. Naturalmente se si danno le dimissioni volontariamente o se si concorda con il datore di lavoro lo scioglimento del contratto non si potrà più beneficiare della protezione contro il licenziamento. A quanto detto fa eccezione il periodo di prova della durata massima di tre mesi. In questo caso non è prevista la protezione contro il licenziamento e la donna incinta può essere congedata in qualsiasi momento. 

É interessante notare che, anche se la donna incinta non può più svolgere le mansioni a cui era stata assegnata in quanto divenute troppo gravose, il datore di lavoro ha l'obbligo di assegnarle dei nuovi compiti che lei possa svolgere, tenendo quindi sempre conto del suo stato di salute. Nel caso in cui il datore di lavoro non abbia nuovi compiti non gravosi da assegnare alla futura mamma, egli può dispensarla ma deve continuare a versarle l'80% del salario per tutto il periodo.

Proprio in quest'ottica di tutela della salute è stabilito che una donna incinta non possa lavorare più di 9 ore al giorno, non potendo, quindi, svolgere lavoro straordinario. É necessario, inoltre, il suo espresso consenso per svolgere lavori che la vedano impiegata nelle ore notturne. Nelle 8 settimane antecedenti il parto il lavoro notturno è sempre vietato. 

Conclusioni

Il tema della protezione delle donne in stato di gravidanza è di assoluta attualità. Da una recente ricerca pubblicata da Ticinonews e da Il Corriere del Ticino sembra che addirittura una donna su 10 venga licenziata al termine del congedo di maternità. Dobbiamo notare, però, che se è vero che alcuni datori di lavoro ritengano che le neomamme siano una potenziale fonte di problemi, è altrettanto vero che per le imprese in difficoltà economica potrebbero rappresentare un costo difficilmente gestibile.

 


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