Il diritto alla pausa sul posto di lavoro

Articolo scritto in data 15 aprile 2019

Quando e per quanto si può fare una pausa dal lavoro

Poter “staccare” dal posto di lavoro prendendosi una pausa è un diritto riconosciuto sia dalla legge federale sul lavoro (LL art. 15) che dall’’Ordinanza 1 concernente la legge sul lavoro (OLL 1 art.18).

La pausa quindi non è altro che un’interruzione dell’attività lavorativa e viene precisamente normata e differenziata, in base alla durata della giornata di lavoro, nel modo seguente:

- attività lavorativa fino a un massimo di 5,5 ore giornaliere: non dà diritto ad alcuna pausa;
- attività lavorativa compresa fra 5,5 ore e 7 ore: si ha diritto a ¼ d’ora di pausa;
- attività lavorativa compresa fra 7 ore e 9 ore: si ha diritto a ½ ora di pausa;
- attività lavorativa maggiore di 9 ore: si ha diritto a un’ora di pausa.

Come si può facilmente notare si è stabilito solo un arco temporale minimo della durata della pausa e, quindi, nulla vieta che possa essere modificata incrementando la sua durata. 

Proprio perché le pause hanno valore di “riposo”, devono essere fatte circa a metà della giornata di lavoro, non potendone usufruire né all’inizio né alla fine dell’attività lavorativa.Tutto questo a riprova del fatto che la pausa deve essere considerata un diritto a tutela dell’equilibrio psico-fisico del lavoratore durante la giornata.

“Pausa sigaretta”, “pausa caffè”, “pausa pranzo”

Tanti modi diversi di usufruire della propria pausa, tutti leciti e permessi, a condizione che rientrino nell’effettivo utilizzo del proprio momento “di stacco” dal lavoro. Per spiegarci meglio: non si ha diritto a pause regolari per fumare o per andare a bere un caffè perché sono considerate vere e proprie interruzione di lavoro, ma si ha diritto di fumare la sigaretta (nei locali adibiti) o di bere il caffè durante la propria pausa.

Le pause non fanno parte dell’orario di lavoro

Per la legge le pause non rientrano nell’orario di lavoro e, proprio per questa ragione, non sono remunerate. Fa eccezione il caso in cui al lavoratore è fatto divieto di allontanarsi dal posto di lavoro durante la pausa; in quest’ultimo caso la pausa deve essere fatta rientrare nell’orario di lavoro. Inoltre vi sono situazioni in cui, a causa di particolari processi lavorativi, l’operatore non può allontanarsi dalla sua postazione e usufruire del tempo di pausa “maturato”. In questa eventualità la pausa deve considerarsi come “concessa” e deve essere obbligatoriamente remunerata. Naturalmente devono essere fatti salvi i diritti di riposo e di ristoro in condizioni igieniche accettabili.

La pausa come “dovere”

Fin qui abbiamo parlato della pausa come un diritto ma, come personale punto di vista, noi vogliamo considerarla anche un “dovere” del lavoratore. “Staccare” significa anche recuperare energie, rigenerarsi ed essere più lucidi e pronti da un punto di vista psico-fisico. Tutto questo non si ripercuote solo con un aumento della produttività ma, ritrovare un più alto livello di attenzione, può significare diminuire la possibilità di infortuni sul lavoro e aumentarne la sicurezza, non solo verso sé stessi ma anche verso i propri colleghi.

Quindi … prendiamoci una pausa!

 


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